Trieste accoglie una varietà di musei, teatri, biblioteche e altri luoghi di interesse storico, artistico e culturale. Si veda http://www.retecivica.trieste.it
Castello di San Giusto e Civico museo del Castello http://www.castellodisangiustotrieste.it/
Il Castello di San Giusto fu costruito in circa due secoli, tra il 1470 e il 1630. All’interno del Castello nella Casa del Capitano e nei camminamenti, è collocato il Museo. Vi si conserva una ricca raccolta d’armi provenienti da collezioni private confluite ai Civici Musei già dalla fine dell’Ottocento. Dal 1930 è di proprietà del Comune, che lo ha attrezzato a scopo turistico e lo utilizza per manifestazioni culturali, spettacoli e mostre temporanee.
Lapidario tergestino al Bastione Lalio http://www.castellodisangiustotrieste.it/lapidario-tergestino/
I materiali lapidei romani, esposti fin dalla metà dell’Ottocento all’aperto nel giardino dell’Orto Lapidartio, stavano subendo un progressivo degrado causato dagli agenti atmosferici e dall’inquinamento. Per garantirne l’adeguata conservazione e la migliore valorizzazione dal punto di vista espositivo, la maggior parte dei reperti triestini è stata conservata all’interno del Bastione Lalio del Castello di San Giusto, nella suggestione ambientale di un allestimento che tiene conto delle più aggiornate metodologie scientifiche.
Civico Museo di Storia ed Arte e Orto Lapidario http://www.museostoriaeartetrieste.it/
Il Civico Museo di Storia ed Arte ha avuto origine nell’Ottocento con l’intento di raccogliere il materiale antico della storia della città e in seguito si è arricchito con donazioni private di reperti di diverse civiltà. Nel Museo sono conservati materiali archeologici della preistoria e della protostoria locale, accanto alla sezione romana, alla collezione egizia e quella dei vasi greci. Nell’annesso Orto lapidario, dopo il trasferimento di alcuni reperti al Bastione Lalio, protetti da nuove coperture, sono rimasti i materiali lapidei provenienti da Aquileia, facenti parte della collezione del farmacista triestino Vincenzo Zandonati, accanto a lapidi del territorio istriano e a quelle tergestine che non è stato possibile spostare nel Castello. Queste ultime sono rimaste murate negli archi del muro perimetrale del Lapidario, che si è scelto di conservare al fine di non snaturare l’aspetto ottocentesco del luogo quale romantico giardino delle memorie.
Museo Revoltella http://www.museorevoltella.it/
Il Museo Revoltella è un importante galleria d’arte moderna fondata nel 1872 per volontà del barone Pasquale Revoltella (1795-1869), che nel suo testamento dispose di lasciare alla città di Trieste il suo palazzo, la sua collezione d’arte e una cospicua rendita che permise di costruire in poco tempo una considerevole raccolta, in cui gia alla fine dell’Ottocento figuravano celebri autori italiani come Hayez, Morelli, Favretto, Nono e palizzi, accanto a molti artisti stranieri. Nel 1907 si rese necessario ampliare il museo, divenuto troppo angusto per le dimensioni del suo patrimonio. Il Comune acquistò l’attiguo palazzo Brunner, ma solo dopo la prima guerra mondiale iniziò ad utilizzarlo parzialmente come spazio espositivo. Il progetto di ristrutturazione completa dell’edificio venne affidato nel 1963 a Carlo Scarpa, che propose una nuova distribuzione degli spazi interni con la creazione di grandi sale e un articolata terrazza sul tetto. I lavori iniziarono nel 1968 ma poco dopo subirono una prima interruzione e lo stesso progettista rinunciò all’incarico di dirigerli. Seguirono altre due fasi, separate da una grande pausa, in cui si succedettero due architetti, Franco Vattolo e Giampaolo Bartoli, che portò a compimento l’opera solo nel 1991. nel palazzo Brunner trova posto la gran parte della pinacoteca Revoltella, mentre il palazzo del barone, grazie ad alcuni interventi di restauro e di recupero degli arredi, ha ritrovato la sua identità di dimora storica ed ospita prevalentemente opere della collezione del fondatore. Oggi il museo occupa un vasto complesso edilizio, costituito da tre corpi che formano un intero isolato (tra piazza Venezia e le vie Diaz, Cadorna e san giorgio). La palazzina Basevi, invece, cioè il terzo edificio, affacciato sulla via San Giorgio, ospita la direzione e gli uffici amministrativi. Nel corso di questo secolo, il Museo Revoltella si è sviluppato ulteriormente diventando un istituzione culturale sempre più prestigiosa, non solo per l’arricchimento ulteriore della collezione – dove sono entrati quasi tutti i nomi più significativi del ‘900 italiano, tra cui Casorati, Sironi, Carrà, Morandi, De Chirico, Manzù, Marini, Fontana e Burri – ma anche per le mostre che hanno dato importanti contributi scientifici alla conoscenza dell’arte negli ultimi due secoli.
Civico Museo della Risiera di San Sabba http://www.risierasansabba.it/portfolio/civico-museo-della-risiera-di-san-sabba/
La Risiera di San sabba (monumento nazionale) originariamente era uno stabilimento per la pilatura del riso, edificato nel 1913. venne utilizzata dopo l’8 settembre 1943 dall’occupatore nazista come campo di prigionia e destinata in seguito allo smistamento dei deportati diretti in Germania e Polonia, al deposito dei beni razziati e alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Il 4 aprile 1944 venne messo in funzione anche un forno crematorio. Nel 1965 la Risiera di San sabba fu dichiarata Monumento Nazionale con decreto del Presidente della Repubblica. Nel 1975 la Risiera, ristrutturata su profgetto dell’architetto Romano Boico, divenne Civico Museo della risiera di San Sabba.
Civico Museo di Storia Naturale http://www.museostorianaturaletrieste.it/
Fondato nel 1846, ha un patrimonio collezionistico diviso in due grandi sezioni: le collezioni destinate all’esposizione e le collezioni da studio a disposizione degli studiosi e degli specialisti. Le collezioni scientifiche contengono importanti reperti di botanica, zoologia, mineralogia, geologia e paleontologia. Tra quelli più interessanti si possono annoverare alcuni resti di dinosauri rinvenuti nei pressi di Trieste e un nuovo reparto sull’evoluzione degli ominidi.
Civico Museo del Mare http://www.museodelmaretrieste.it/
Il Civico Museo del mare, per richezza di collezioni, si colloca in primo piano tra gli istituti similari esistenti in Italia e nel Mediterraneo. Offfre una documentazione del sorgere e dell’affermarsi della marineria triestina, prospettando, altresì, un inquadramento storico più ampio sull’evoluzione della nave e degli strumenti di navigazione. Ci sono anche sale dedicate a personaggi e avvenimenti particolari: tra queste la sala Marconi, dove è esposto il modello del piropanfilo Elettra da cui partì il primo messaggio telegrafico senza fili e la sala Ressel, dedicata all’inventore dell’elica. Una sezione è dedicata alla pesca in uso nell’Adriatico, un’altra all’epoca della navigazione a propulsione meccanica.
Aquario Marino http://www.aquariomarinotrieste.it/
Il Civico Aquario Marino è sicuramente uno dei musei più amati e frequentati della città. E’ collocato nell’edificio della Pescheria (edificio liberty del primo ‘900). La fauna è costituita prevalentemente da specie marine adriatiche; alcune vasche sono dedicate ai pesci marini tropicali. I vertebrati sono rappresentati sopratutto da pesci, ma anche da rettili, anfibi e da un gruppetto di pinguini provenienti dal Sud Africa.
Civico Museo Sartorio http://museosartoriotrieste.it/
Il Civico Museo Sartorio è ospitato nella settecentesca villa appartenuta alla ricca famiglia Sartorio, originaria di Sanremo. Il primo piano conserva intatto l’arredamento: mobili, quadri, disegni, libri, oggetti vari, tappeti. Al secondo piano è visibile la preziosa collezione dei disegni di Giambattista Tiepolo. Vi sono inoltre la collezione Rusconi-Opuich, che comprende circa 2500 pezzi di pittura, disegni, stampe, gioielli, ventagli, tessuti, argenti e peltri, e quella Stavropulos, che espone opere di pittura e scultura dell’arte antica del ‘900. Infine una rassegna di maioliche italiane del ‘700, accanto ad esemplari di produzione triestina e inglese.
Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl http://www.museoschmidl.it/
Nato dal lascito dell’editore musicale Carlo Schmidl (Trieste 1859 – 1943) e incrementato dagli archivi del Teatro Verdi e di alcuni altri teatri e società teatrali triestine dell’Ottocento e del Novecento, il museo è secondo solo a quello del Teatro della Scala di Milano per richezza di documenti e pubblicazioni. Testimonia la vita musicale di Trieste e dei suoi teatri dal 1801 ad oggi, attraverso manifesti, locandine, fotografie, stampe, medaglie, quadri, disegni, strumenti musicali, oggettistica, fondi archivistici e manoscritti autografi. Notevole il patrimonio della biblioteca specializzata in musica e spettacolo, oltre a quella della fototeca e della mediateca. Il Museo si trova nel Palazzo Gopcevich.
Museo Storico e Parco del Castello di Miramare http://www.miramare.beniculturali.it/
E’ il più visitato luogo turistico triestino. Il Castello di Miramare e il suo parco sorsero per volontà dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo (1832 – 1867) nominato nel 1864 imperatore del Messico, fratello minore dell’imperatore Francesco Giuseppe. Il Castello è uno dei più completi esempi di dimora principesca del XIX sec. (progettato nel 1856 da Carl Junker fu terminato nell’aspetto esterno nel 1864) e conserva mobili originali d’epoca. Al pianoterra si trovano gli appartamenti destinati a Massimiliano e alla consorte Carlotta del Belgio. Caratteristici sono la camera da letto e lo studio dell’arciduca, che riproducono la cabina e il quadrato di poppa della fregata Novara, la nave sulla quale aveva navigato da ufficiale della Marina austriaca. Interessante la cappella decorata dall’accademico Eduard Heinrich. Il primo piano, di rappresentanza, è particolarmente fastoso nel rivestimento ligneo del soffitto e delle pareti; salottini cinese e giapponese ricchi di oggetti orientali, sala decorata con le tele di Cesare Dell’Acqua che raffigurano le vicende di Miramare e Massimiliano e l’ampia sala del trono, recentemente restaurata dalla Sopraintendenza del Friuli Venezia Giulia. Il parco di Miramare, (22 ettari) sorge sul promontorio roccioso di Grignano, originariamente privo di vegetazione. Iniziato nel 1856 e terminato dopo la partenza dell’arciduca per il messico, conserva ancora oggi il fascino di un ambiente di gusto tipicamente nordico inserito in un contesto mediterraneo. La realizzazione del parco fu seguita in prima persona dall’arciduca, che mandò a chiamare i migliori giardinieri di corte e affidò la direzione dei lavori al boemo Jelinek. Furono messe a dimora piante e alberi di notevole interesse botanico tipiche della zona triestina, ma anche numerose essenze esotiche provenienti dall’Africa, dall’Estremo Oriente, dal Messico e dall’America settentrionale.
Faro della Vittoria https://www.farodellavittoria.it/
Il Faro della Vittoria dipende dal Ministero della Difesa (Marina) e viene tenuto aperto al pubblico grazie a una convenzione tra il Ministero e la Regione. Costruito tra il 1923 e il 1927 su progetto dell’architetto triestino Arduino Berlam (1880 – 1946) , guida la navigazione notturna nel Golfo di Trieste ed è un monumento commemorativo dedicato ai marinai caduti della Prima Guerra Mondiale. Situato sul poggio di Gretta, a 60 m sul livello del mare, è costituito da un ampio basamento che ingloba il bastione rotondo dell’ex forte austriaco Kressich (1854 – 1857). Esternamente è rivestito in blocchi di pietra di gabrie (Doberdò – Gorizia) nella parte inferiore, e di pietra di Orsera (Istria) nella parte superiore. Sopra la colonna s’imposta un capitello che sostiene la coffa (così definita in riferimento all’albero della nave) in cui è inserita la gabbia, di bronzo e cristalli, della lanterna, coperta da una cupola in bronzo e decorata a squame. Corona l’apice della cupola la statua in rame della Vittoria alata, opera dello scultore Giovanni Mayer (1863 – 1943) realizzata da Giovanni Srebot. La parte ornamentale è completata dalla possente figura del marinaio, opera dellko stesso Mayer, realizzata da regolo Salandini in pietra di Orsera. Sotto questa statua si trova l’ancora del cacciatorpediniere Audace (prima nave italiana che entrò nel porto di Trieste il 3 novembre 1918) e l’iscrizione “Splendi e ricorda i caduti sul mare”. Ai lati dell’ingresso del Faro sono posti due proiettili della corazzata austriaca Viribus Unitis. Il Faro è alto 68,85 m e la lanterna – costituita da un corpo illuminante amplificato da un apparecchio lenticolare che raggiunge una portata di 34 – 35 miglia – si trova ad un altezza di circa 130 m slm. L’apparecchio ottico compie un giro attorno all’asse in 45 secondi.
Casa Carsica https://www.turismofvg.it/Musei/Museo-della-Casa-Carsica-Kraska-Hisa
La Casa Carsica rappresenta il museo del folklore carsico, ricostruito in un ambiente tipico della zona, ai margini del piccolo villaggio di Rupingrande a circa 15 Km da Trieste, nel comune di Monrupino. Si tratta di una tipica casa rustica del Carso triestino non databile con certezza: sicuramente ha più di duecento, forse trecento anni. Il suo attuale aspetto risale al 1831, quando venne riadattata per l’ultima volta. E’ stata restaurata nel 1968 e arredata con mobili originali e oggettistica del secolo scorso, dono degli abitanti della zona. Ora adibita a museo etnografico della comunità slovena, è dedicata alla conservazione di usi e costumi che si sono mantenuti fino ai giorni nostri. Il tetto, sormontato da un imponente camino, presenta una caratteristica copertura in lastre di pietra. In pietra squadrata sono pure le soglie e le finestre. Davanti alla casa un suggestivo pozzo. Tutt’attorno mura di pietra a protezione del cortile e della casa. Al pian terreno si trovano la cucina e la cantina, sopra la camera da letto e il granaio. Nella cucina il pavimento lastricato in pietra presenta una sopraelevazione nell’angolo dov’è situato il focolare con il forno per il pane, la “napa” (cappa del camino) e un incavo di pietra per sistemare i recipienti con l’acqua. Nella camera da letto sono degne di nota due culle, due cassapanche riccamente intarsiate e un arcolaio. Da segnalare che anche la biancheria da letto e le coperte sono state realizzate artigianalmente. Nella cantina e nel granaio sono collocati utensili da lavoro e recipienti vari, a testimonianza della dura e faticosa vita degli abitanti del Carso. Il granaio annesso alla casa è stato opportunamente trasformato per ospitare mostre d’arte. Durante il periodo estivo vengono organizzate mostre d’arte contemporanea, manifestazioni culturali e concerti volti alla riscoperta di antiche tradizioni popolari. Ogni due anni, in agosto, viene organizzato il rituale delle nozze carsiche, un vero e proprio matrimonio svolto ancora secondo le antiche tradizioni.
Science Centre / Immaginario Scientifico (IS)https://www.immaginarioscientifico.it/
Il Science Centre Immaginario Scientifico è un museo della scienza interattivo e multimediale. Fedele all’idea che per divulgare la cultura scientifica ci sia bisogno di strutture specifiche e strumenti didattici, il Science Centre, a partire dagli anni ottanta, ha realizzato esposizioni ed eventi museali mirati a unire apprendimento, tempo libero e divertimento. In quest’ottica il Science centre, raccogliendo l’esperienza di altre realtà diffuse nel mondo, ha realizzato una sezione di exhibit hands-on, strutture progettate e realizzate affinchè il visitatore, interagendo con esse, sperimenti dal vivo alcuni fenomeni naturali e li comprenda dal punto di vista scientifico. A questa sezione interattiva l’IS ha affiancato una sezione multimediale che mette a disposizione del visitatore moderni strumenti di aggiornamento sull’attualità scientifica e offre così nuove occasioni di approfondimento della storia e della cultura scientifica o anche semplicemente ripropone lo spettacolo della natura e della scienza. Il muse si completa con un planetario per visite guidate su temi astronomici. Ubicato a Trieste, nella baia di Grignano, a poche centinaia di metri dal castello di Miramare, Il Science Centre Immaginario Scientifico è ospitato nell’edificio della Guest House dell’Abdus salam International Centre for Theoretical Physics.
Grotta Gigante e Museo Speleologico https://www.grottagigante.it/museo/
La Grotta Gigante è considerata la caverna turistica più grande al mondo, inserita nel Guinness dei Primati dal 1995. Si trova nelle vicinanze di Trieste, a Borgo Grotta Gigante, frazione del comune di Sgonico. Si compone principalmente di una grande sala – quella che la caratterizza e per la quale è stata inserita nel guinness – cui si accede attraverso due ampie gallerie, ultimi resti di un grosso sistema carsico sotterraneo che migliaia di anni fa inghiottiva due torrenti di notevole portata. Varie gallerie, non aperte alla visita del pubblico, si dipartono dagli ambienti principali, mentre la Sala dell’Altare, ampia cavernosità posta all’estremità della caverna principale, costituisce ora il punto di sosta durante la visita. L’ingresso cosidetto “alto” immette in una galleria, già abitata dalla preistoria sino al periodo romano, che sbocca quasi sulla volta della grande caverna. Una serie di gradini di robusta pietra del carso conduce in una breve galleria discendente sino ad una porta, oltrepassata la quale si giunge ad un primo belvedere da cui parte “la Grande Scalinata”. Sul davanti si intravvede uno scorcio della grande sala, caratterizzata, sulla sinistra, da due pendoli geodetici fissati alla volta della caverna (i più alti del mondo), entrambi gestiti dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Trieste. A destra, in alto, una tozza colonna divide in due un ambiente i cui contorni sfumano nel buio: si tratta del secondo ingresso della grotta, quello da cui nel 1890 sono scesi gli speleologi che hanno effettuato i primio rilevamenti. Alla base della Grande Scalinata la discesa prosegue mentre il visitatore entra nella grande caverna (alta metri 107, lunga 280 e larga 65) , in cui- come mostrano vecchie cartoline – potrebbe starci la Basilica di San Pietro. Al suo termine alcune rampe di scale portano al “Belvedere”, nuovo punto panoramico da cui lo sguardo domina dall’alto il mare di stalagmiti che movimenta il fondo della caverna. Quindi il giro prosegue lungo una galleria artificiale che porta all’ultimo punto panoramico, un belvedere presso cui sono ancorati i pendoli geodetici: sotto la balaustra ci sono cento metri di vuoto.